Anyway the wind blows...

Un compendio sul Nulla, dal Nulla per molti. A compendium about Nothing, from Nothing, for many.

Tuesday, March 28, 2006

Darkthrone - The Cult Is Alive

Mi sarei stupito se questo disco mi fosse piaciuto al termine del terzo ascolto. Robetta suonata male, prodotta peggio e vecchia di 20 anni. Ah…non ci sono piú quelle bands black-metal di una volta mosse dal sacro fuoco della ribellione. Quello che resta e’ un manipolo di alcolizzati (o impiegati statali) norvegesi dediti ad un punk dagli stanchi risvolti crust ed una sana attitudine alla confusione.
Comunque: la recensione e’ qui e non me ne vogliano gli affezionati del combo scandinavo se non ci sono andato giú tenero…

Wednesday, March 22, 2006

Duskfall - Lifetime Supply Of Guilt

Sembra quasi che avró le chiavi di casa il 3 di Aprile. E dove sta il problema ? Il problema non sussisterebbe (verbo questo che fa tanto “carabiniere” e perció mi piace) se non fosse che nello stesso giorno c’e’ il concerto dei Depeche Mode alla Wembley Arena il cui biglietto acquistai nel lontano Ottobre del 2005.
Faceva un freddo cane quell’autunno…
Comunque: a quello penseremo in seguito. Ma urgono architetti !

Per ora c’e’ una simpatica recensione
del disco di una band che ora vedete qui ma che dimenticherete presto. Non perché siano malvagi. Ma perché quando si é in troppi si fa fatica a restare unici.
E dopo questa allegra botta di filosofia spicciola vado ad aprire la porta al tipo che e’ venuto a vedere la casa che sto lasciando. Bussa da un pó e sarebbe pure carino aprirgli.
Hello…si tolga pure le scarpe con comodo...

Tuesday, March 21, 2006

To F.

We will never get there
Where hopes tremble and people bend their backs
Out to a sunny and blissful end

The shaking image
(A dream to walk on)
Some fear the route
Others beg to stay

We will never get there
Where colours fade and strangers fall
Into the trenches of a stupid love

A second truth
(The unveiled face)
Some made it up
Others loved to believe

We will never get there
Where machines feed the poor

Over the surface
Over your opinions
Over the things in sight where
Others get lost and fade into despair

Sometimes I need the fuel I drain from you...

My week starts today after a night out in Oxford and the long-awaited gig of two of my favourite bands. As I said, I’ll post my review somewhere (I reckon it will go on the new Kronic website which is wicked) but in the meantime I would like to say that as long as there will be a kid standing in the pit watching two bands like Crowbar and Will Haven and as long as he will have the same sensations I had last night, live music will stay true and won’t disappear. No matter who you are and what you listen to.

Too tired to write…

From Oxford with love

I reckon I should go to bed but it feels so good when you keep guitars' feedback in your ears for a few days and you appreciate silence much more.
I am speechless tonight. Will Haven are the greatest HC band in the world. I'll post a review somewhere.
In the meantime...greetings from me and Grady (Will Haven). Nice chap, indeed !

Sunday, March 19, 2006

Carpe Diem

A cold day of a month I don’t recall, a train heading to Milan and two or more guys wrapped in their jackets. Memories are confused as I can hardly say whether I was fully aware of what was going to happen.
Can you cry at a hardcore gig ? I did it and I am not totally ashamed.
Try to picture the unexpected rage generated by Will Haven on a stage and add some Deftones. Mix it and give it to a 22 year-old sensitive soul. That’s lethal.
Will Haven are back into my life tomorrow and I simply cannot wait.
Add some Crowbar and, what the hell, the trip to Oxford after work will be well worth the stress !

Wednesday, March 15, 2006

The quiet Nothing at 11

The weather at Heathrow always comes to a standstill at 11am. Clouds may turn, twist, toss and turn or even disappear for a while. No matter what: the weather gets gloomy and uneventful for quite some time.

The first time I noticed that was during my early days here. My office was just in front of the airport and I knew exactly when my favourite planes were departing or just about to do it.
I knew when the Finnair flight to Helsinki was leaving, so a few minutes before the scheduled departure time, I’d raise my head looking through the leaves of a prosperous tree and – there it was the white and blue bird heading to Suomi.

That’s how I realized that the sky at 11 is always quiet, asleep.
The wind ceases its rotation around my own idea of globe and memories gather somewhere near me.

Today is no special day. So I thought I’d write down this quick note before another summer comes to take away the quiet Nothing at 11 and a temporary delight spoils the view of my thoughts somewhere in the sky.
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On a lighter note, here’s the picture my ex-drummer (an easily ignitable Brummie) sent me yesterday. His brother is mates with the lead singer of the (brilliant) band Bolt Thrower and he sent him this picture from their recent tour around Europe. Speechless.
Long live to Heavy Metal !

Il fondo del barile.

Da quello che leggo in giro il “Faccia a faccia” di ieri sera ha avuto un significato ed una valenza eccezionale – quasi storica - nella tiepida democrazia italiana.
Il concetto di unicitá ha quasi sempre una valenza positiva nel vissuto di un Paese perché non solo ne risveglia i moti evidentemente sopiti, bensí accende una reazione quasi mai casuale e figlia legittima dello status che ha scatenato l’evento.

Non ho assistito allo “scontro titanico” ma ho vissuto giornalmente lo sviluppo di questa anomalia democratica, della sua piega illogica in un contesto mediatico che dovrebbe essere il mezzo e non il fine di uno scontro a tale livello tra due uomini politici.
Se si pensava ad una manifestazione di liceitá democratica, a mio avviso si e’ assistito alla negazione stessa del confronto e della dialettica politica. Ieri sera e’ morto il dibattito sancendo di fatto la fine del civile scontro tra opposti sotto i colpi della totale mancanza di armonie democratiche nel Paese; conseguenza stessa di una dinamica politica oramai assente e storicamente deficitaria.

Non ci si puó aspettare molto da un contesto politico in cui uno Storace qualunque architetta scandali ad arte pur di conservare la “Poltrona” essenziale ai fini dei suoi interessi e di quelli a lui legati. E’ uscito di scena ? No. lo rivedremo tra qualche mese sulle copertine dei settimanali per casalinghe (si sa, sono loro che decidono e reggono le sorti di questo spicchio di mondo) col suo sorriso a tutto tondo ed un titolo didascalico che ci dirá: “Sono uscito dal tunnel delle accuse: vi spiego come.”

Noi lo ringrazieremo per la lezione impartitaci e gli daremo idealmente una pacca sulla spalla come quando si rivede un amico dopo tanto.
Da ieri sera mi sento meno italiano e sono sempre piú felice della mia scelta di vivere all’estero. La nazionalitá non la si sceglie ma si fa sempre in tempo a prenderne le distanze.

Monday, March 13, 2006

C'eravamo tanto amati...

E uno dice: ma il weekend invece come l’hai passato ? Bene, grazie.
Se volessi argomentare direi che e’ iniziato nel peggiore dei modi con un venerdí mattina buttato al Consolato Italiano a Londra.
Premetto che d’ora in avanti quando avró nostalgia di casa andró al Consolato, prenderó un “numeretto” ed aspetteró in piedi una buona ora prima di prendere un caffé alla macchinetta che non funziona.
E’ come se avessero trapiantato l’ufficio postale di Via dell’Acqua Bullicante a Knightsbridge. Arrivando da Hyde Park e’ tutto un fiorire di Ambasciate, Consolati e uffici di rappresentanza a cui fanno riferimento le graziose bandiere dei rispettivi Paesi. La quiete regna sovrana finché non si arriva a Eaton Place, dove un bandierone ci dice che lí si fa dell’ottima pizza. No, mi sbaglio: e’ il Consolato del mio Paese !
Come faccio a distinguerlo da una pizzeria ? Facile: c’e’ la fila di fuori. A Londra i veri ristoranti italiani (quelli col bandierone) sono veramente costosi e non c’e’ quasi mai folla all’entrata. Ma che ci fa la fila fuori dal Consolato del mio Paese a Londra ? Risposta facilissima: non c’e’ posto dentro e i miei compatrioti si sono adeguati mettendosi bene in fila e riscaldandosi a vicenda col fiato delle loro chiacchiere. Passeggini, turisti occasionali, camerieri e anziani sono tutti riuniti in un convivio di rumore e fastidio che manda un lungo brivido (d’orrore) lungo la mia schiena.
All’entrata c’e’ pure il Carabiniere che legge la Gazzetta dello Sport e se ne sta seduto, manco fosse l’Ambasciatore, a cercare di concentrarsi per capire se la sua Juventus riesce a vincere un Campionato giá vinto senza rubare. Per una volta, pensa lui...

- Lei e’ iscritto all’AIRE (il Registro degli italiani residenti all’estero. ndr)
- Certo. Ho scaricato il modulo online 3 mesi fa e ve l’ho spedito. Ora devo rinnovare il Passaporto ed eccomi qua.
- Eh ma qui non risulta niente.
- Immagino. Ma io ve l’ho spedito. L’ho preso dal sito, l’ho compilato e ve l’ho spedito. Tac.
- Come no, adesso qui facciamo le cose con internet, online, ci spediamo i moduli…
- Ha ragione: mi sono abituato troppo bene.
- Non si preoccupi, succede dopo un pó che si e’ qui. Ma non ne faccia un dramma: ora puó recuperare mettendosi in fila e facendo l’iscrizione di nuovo.
- Ah che bello. Grazie ! Ora chiamo la mamma e glielo dico.

Insomma: fatta la fila, comunicati i miei dati personali ad una graziosa pugliese di fronte ad altri 25 astanti, torno dalla signorina allo sportello che si e’ tanto premurata di farmi respirare un pó d’Italia e di chiacchiere inutili e non aspetto altro che di pendere dalle sue labbra.

- La pratica e’ stata avviata, ora ho spedito un fax alla Questura di Roma ed entro un mese dovrebbero mandarle una lettera. Lei torni da noi con la missiva e le rinnoviamo il passaporto.
- Ah efficiente.
- Mica tanto. Perché se il modulo non le arriva da qui a 30 giorni torni qui e le faremo sapere. In altre parole manderemo un’altra richiesta alla Questura.
- Geniale. Io non avrei trovato metodo migliore. Ma se volessi fare da me ?
- Non lo so. Qui le cose cambiano in fretta e io non posso essere certa di dirle tutto come realmente e’.
- No no, si figuri, lo immaginavo. Comunque a fine mese cambio casa…
- Fermo…non mi dica altro ! Se la faccia recapitare in qualche modo la lettera !
- No no..e che sono matto ?? Non ve lo dico che cambio casa.

Per me possono pure dimenticarsi che esisto.
Avrei voluto chiudere con la scena finale di Bianco, Rosso e Verdone ma non ho la stoffa. Manco di talento teatrale. I miei compatrioti evidentemente no.

Il fine settimana e’ proseguito in maniera piú fruttuosa dal momento che ho una nuova band. Sono 3 ragazzi del Berkshire (quindi molto vicini alla mia nuova casa) ed abbiamo idee musicali molto simili. Non vi do nessun link perché la grafica del gruppo e’ tutta da rifare. Ma so ragazzi, vanno capiti.

Sabato sera all’insegna dello snakebite e nottata invece pure. La giornata di ieri l’ho passata a scrivere e nel tardo pomeriggio ho cucinato la mia nuova ricetta: cavoli bolliti, poi fritti e serviti “on top” a patate bollite e freddate nel freezer con olio e rosmarino di contorno. Che ve lo dico a fare…

Doomriders @ Underworld (London, UK)

Torno a scrivere un live-report dopo parecchio tempo e la ruggine in effetti si vede. Non e’ proprio scorrevole ma non e’ detto che le ciambelle debbano sempre uscire rotonde (fregati, eh ?). Comunque e’ stato davvero un bel concertino ammodo. Di quelli che vai lí, ti siedi, parli col vicino di poltrona e ti gusti la scenografia mentre sorseggi un Martini Dry con panna.
Ma quando mai ! E’ rock ‘n’ roll !

Doomriders + November Coming Fire, Lords, Coliseum 05/03/2006, Underworld @ Londra

Un ringraziamento alla prode ed australe Gemma e al suo primo, vero, concerto devastante.

Saturday, March 11, 2006

Children Of Bodom - Are you dead yet ? and other amenities.

Recensione strana. Strana perche' esce con parecchio ritardo e quindi ci sono riferimenti ad un'esistenza che (sembrano secoli ma sono settimane) non mi appartiene piu'. Poco importa: stiamo parlando di un disco che dimenticheremo tutti di qui a poco; ergo accontentiamoci di quello che passa il convento e del ritardo con cui l'articolo e' stato pubblicato.

Una notizia di cronaca (vera): da qualche giorno non collaboro piu' con MusicbOOm. Non ero piu' coinvolto ed onestamente non avevo piu' tempo per scrivere il numero di recensioni atte a mantenermi nella redazione.
Avrei potuto scrivere tanto per farlo e cosi' restare nel "giro" a colpi di recensioni scritte con gli occhi chiusi ma non e' da me e quindi ringrazio solennemente un gruppo di persone assolutamente fuori dalla norma per simpatia, disponibilita' e la qualita' del vino che hanno portato a Londra quando e' capitato loro di venirmi a trovare.

Con almeno due di loro spero di poter restare in buoni rapporti. Ad uno dico che al festivalino stoner a Camden ci vengo di corsa - quindi dimmi che devo fare: te lo piglio o non te lo piglio il ticket, man ?
Al secondo mando una valanga di "grazie, sei un Grande" per quello che mi ha mandato di recente e per i "live reports" che faremo in un prossimo futuro. Stay tuned, mate !
Finita la collaborazione con MB ce n'e' un'altra che dovrebbe partire a breve. Ne devo riparlare con il Responsabile ma spero davvero che alla fine si fara'.
Maggiori dettagli (credo, spero) la prossima settimana. Yeah.

Tuesday, March 07, 2006

Playlist di fine bimestre

Musica

Taproot – Blue-Sky Research (2005)
Atreyu – A Death-Grip On Yesterday (2006)
Modern Life Is War – Witness (2005)
Amorphis – Eclipse (2006)
In Flames – Come Clarity (2006)
Clawfinger – Hate Yourself With Style (2006)
Wolfmother – Wolfmother (2006)
Boysetsfire - The Misery Index: Notes from the Plague Years (2006)


Gli ultimi due mi trovano d’accordo con me stesso quando dico che sono due piccoli capolavori. Comunque il motivo principale per cui stilo questa playlist e’ perche’ a fine anno voglio riuscirci pure io ad essere sicuro di ricordare tutto quello che ho maggiormente apprezzato nell’arco dei 12 simpaticissimi mesi.

Da valutare:

Sepultura – Dante XXI (2006)
Katatonia – The Great Cold Distance (2006)



Letture

A parte la fitta corrispondenza del solicitor con un unico argomento dominante mi sto ripassando un pó di Keats (grazie a chi so io…), Sartre con l’efficace lettura dei pochi tomi rimastimi dell’immenso Philip K. Dick in lingua originale.


Cinema

Per quel che riguarda i film sto valutando il tutt’altro che sterminato corpus di opere di Al Pacino. Sublime in Dog Day Afternoon, pessimo, quasi uno Stallone qualsiasi, in Cruising. Dove sta la veritá ?
Ho apprezzato anche (e parecchio) The Deerhunter con Robert De Niro, Transamerica e aspetto di traslocare per godermi in libertá la trilogia di The Godfather.

Altro

Sto approfondendo la cultura australiana. Carina. Molto carina.

Cumulatio non petita...

Ed ora un posto cumulativo come di quelli che scrivi quando hai tralasciato un po’ il blog e fuori piove e il boss non c’e’ e sei in ufficio e porti la Lacoste nera.
Iniziamo subito col link ad un disco che mi ha stupito per capacitá di sintesi dei seguenti stati d’animo: claustrofobia, paranoia, solitudine, agorafobia.
Il primo e l’ultimo hanno assunto da qualche anno lo status di “stati d’animo” quindi non ve la prendete con me.


Prendetevela invece con uno dei dischi piu’ belli degli ultimi mesi ! L’hanno tirato fuori gli End Of Level Boss, ha un titolo che vagamente ricorda quello di un altro disco assolutamente vitale e la recensione che si trova qui e’ tutta mia. Leggere per credere. Ascoltare per capire.






Segue invece una recensione un pó “riempitiva” che peró non fa male alla musica. I Riverside avrebbero potuto continuare a non-esistere e non ce ne saremmo accorti nemmeno. Invece hanno sfornato un discreto disco di progressive vecchia maniera e da vecchio amante di roba progressive vecchia maniera l’ho moderatamente apprezzato. Due righe le ho messe qui.

11 ragioni di piccola felicita'


Avrei voluto scrivere queste poche righe al mio rientro dallo stadio e di sicuro sarebbe stato meglio. Ma ero stanco, stremato dalle emozioni e dalla fatica dell’attesa di un evento che é troppo facile definire “storico” ma che merita questa definizione per l’unicitá che lo ha reso un accadimento ai limiti del sogno.
Troppo facile dividere un’esperienza in Bene e Male laddove il Male sono gli “altri”, quelli con gli striscioni beceri, quelli con personaggi dall’indubbia morale fascista a seconda da chi gli pone le domande, quelli grigi e immobili dopo mezz’ora e un goal.
Sarebbe troppo facile, dicevo, e quindi mi fermo a dire che il derby di Roma porta con sé sensazioni tremende sotto ogni punto di vista. Il dolore e la gioia sono lancinanti, rapportati alla Storia che una partita di 90 minuti si porta dietro con il suo pieno di sana retorica, di nostalgia, di ricordi, di speranze ed occasioni perse.
Il derby e’ derby perché quel contrasto cosí acceso di colori vuol dire odio e amore tutto insieme nello spazio ristretto di un rettangolo d’erba ma forse e’ retorico giá solo parlarne e quindi mi fermo ai ricordi.