Ancora una volta Notting Hill
Ha due occhi grandi, blu, profondi. Mi guarda mentre parla con un amico comune e tenta di non sorridermi frenando le labbra sull’orlo di un dolcissimo precipizio. Eppure continua a fissarmi, si sfiora i capelli mentre le sue gambe nude cercano la posizione che non trovano, che non vogliono trovare.
Sono seduto sul davanzale della finestra, guardo la gente sfilare tra i fumi degli arrosti, del mais, del cibo indiano e giamaicano insieme. Notting Hill brulica di luci insieme a quella di un sole testardo e immenso che spinge i sapori verso la fine dell’estate e regala nuvole piccole e lontane – quasi limitate nella loro stessa sostanza.
Lo sguardo é ora una domanda. Mi volto e la ritrovo di fronte a me in un misto di paura e timidezza.
- - What are you looking at ?
- - Well, nothing and everything. Are you enjoying the party ?
Non capisce – cambio la frase in qualcosa di piú semplice e mi ride ad un palmo dal naso col bicchiere di vino che sembra riflettere tutto il colore del cielo in pochi centimetri.
Ricambio la sua audacia con la banalitá dei miei 29 anni.
- What’s your name ?
- Helena
- Well, that’s a great name, indeed
Gli angoli della sua bocca devono avere qualcosa di magico se non riesco a trovare delle parole che facciano all’occasione, se per un attimo la musica che proviene dalla strada sembra essersi spinta lontano verso l’inverno.
Non parla quasi per niente l’inglese e l’occasione di sfoggiare il mio slovacco non riesco a coglierla per qualche motivo che mi sfugge. Finisce tutto in un attimo e io torno alle immagini che da sole