Quella volta che Arianna perse il filo...
Ognuno di noi ha caselle email che non usa piú, che conservano intatte le ultimi impronte digitali (mai aggettivo ebbe miglior valenza ambigua) e, nei casi piú fortunati, custodiscono vecchi messaggi inutili e fondamentali.
Qualche settimana fa ho fatto un giro su una di queste spiagge dimenticate un pó per noia e un pó perché sentivo il bisogno di farlo.
Disordine, vecchi reclami inoltrati alla “Cortese Attenzione del Vs. Ufficio Clienti” (oggi come oggi non saprei scrivere una email formale in italiano – troppo leziosa), conoscenti sconosciuti, un mare di viagra e pillole per “incrementare le tue doti sessuali” (sono inviate a caso, don’t worry).
Nomi di donne in abbondanza mi invitavano a chiamare un numero telefonico che mi avrebbe dato la felicitá in Terra, l’Eden fisico a pochi mugolanti minuti da me.
Tra i tanti nomi ce n’era uno che evocava strani ricordi mai del tutto rimossi, pomeriggi passati a parlare su un divano a Piazza Bologna, sguardi felini misti ad “arrivederci” che sapevano di piogge pesanti, autobus perduti, capelli, speranze.
No, non puó essere la stessa persona che ho cercato a vuoto per mesi facendo appello ai ricordi e ai pochi dettagli che ricordavo. Il mouse passa lento sul nome, lo sottolinea con un movimento grave e vira sulla casella del “cestino”.
Eppure mi sono fermato, non ho lasciato che anche “Arianna” finisse tra le “Michelle”, “Liliane”, “Rebecche” surrealmente vive nei loro paradisi di comodo Nulla.
Apro l’email e capisco di non aver esitato per nulla, di avere di fronte la stessa persona a cui scrissi una lettera timidamente lasciata passare sotto l’uscio della porta di casa sua sette anni addietro.
Non ho mai capito perché le scrissi e ancor meno saprei dire cosa ci fosse su quella lettera ma ricordo che le cose andarono in quel modo perché non avrebbero potuto andare altrimenti. Forse stava davvero finendo una prima etá adulta ed innocente a causa di impegni col resto del mondo che non potevano piú essere rimandati o forse la nostra confidenza non poteva essere spinta oltre se non con un limbo piú fisico per il quale, forse, non eravamo ancora pronti. Fatto sta che non ci parlammo piú e io sentii di avere davvero perso qualcosa che non sarebbe stato possibile ritrovare se non incontrando di nuovo quella persona.
Quella lettera non la cestinó ma la ripose in un dizionario (d’inglese, toh) che dimenticó nel suo paesino d’origine alle porta di Roma perdendo cognizione di dove fosse (senza mai disperarsi troppo, aggiungerei).
Qualche settimana fa un esame la spinse a riprendere in mano quel tomo e mi piace pensare che la mia lettera le cadde per caso, che lei si chinó per prenderla e ne spiegó gli angoli oramai lacerati dal peso delle pagine. Si ricordó forse a fatica o forse no (ma a me piace pensare di sí) di quel ventiduenne che conobbe a Villa Mirafiori e che non seppe e non volle mai andare oltre le parole assecondando un desiderio di entrambi.
Quel vecchio indirizzo email era lí e Arianna ha deciso di imbucare una lettera virtuale che io ho trovato chissá come tra l’immondo e lo stupido sesso che era quanto di piú lontano ci fosse dai nostri discorsi.
Domani Arianna torna a Londra dopo averci vissuto 3 anni addirittura prima d’incontrarmi. Me la ricordo per la frequenza dei sorrisi, per gli occhi il cui colore non sono mai stato in grado di descriverle, per una serata noiosa a Piazzale delle Province e quei racconti di uomini fantastici che non ha mai incontrato ma che le piaceva tirare fuori con crudele leziositá. Forse per far ingelosire un povero idiota romantico che credeva che alle ragazze facesse piacere ricevere lettere alla porta e che ancora oggi dimentica di scrivere i suoi pensieri da qualche parte perché ha paura che la carta voli via in qualche libro. E sette anni sono lunghi da passare…
6 Comments:
Fa sorridere ripensare al passato quando è davvero passato... .
Fa sorridere sapere di essere qualcos'altro o magari di essere lo stesso di prima ma con forme diverse.
Notte...
che bello questo post..
Beh,che malinconia..ma ti capisco sai, tra la varia gamma di sentimenti questo e' quello che meglio mi rappresenta!!!Ho aperto un sito per le foto, se no sono troppo pesanti.
Mi devo tener aggiornata sui tuoi posts..baci su
http://www.fotolog.net/susanita78
ma non si aggiorna spesse sto blog!!allora?aspetto..susanna
Grazie Susanna... Ero sinceramente preso a mangiare fish n' chips nel weekend e spero tu mi capirai. Oggi ho in mente qualcosina (niente d'interessante, per carita'...) ma per quando lo leggerai sara' gia' ora per te di alzarti e vivere un altro giorno. Comunque grazie per il link al tuo album fotografico. Non sei cambiata di una virgola ! Non appena capisco come diavolo cambiare l'HTML del mio blog metto un link alle tue pagine. Un saluto !
vuol dire che lo leggero' domani mattina, quando mi siedero' nella mia postazione e dovro' fare la rassegna stampa di quello che succede d interessante in Sri Lanka.Certo che non sono cambiata!!
Certo quella foto non era proprio il massimo calcolando il contesto in cui e' stata fatta!Ne vedrai altre...a domani mattina dunque
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