Dell'Arsenal e dei suoi destini.
Quest’anno il campionato lo vince il Chelsea. Lavoro a Fulham…quindi e’ come se lavorassi a Lazio e il campionato lo vincesse la Roma. Non me ne frega niente ma deve essere diverso se lo vince l’Arsenal. Forse no. O forse sí. La scritta JVC sulle maglie incuteva timore e ricordo ancora lo sponsor Candy su quelle del Liverpool. Maledetto Liverpool.
Roma è davvero troppo lontana nel tempo e nello spazio per amarla come mi piacerebbe e quindi in questo momento sono single senza madre né padre se non il Chelsea.
Un colore, una maglia, un odore da hamburger fritto a Stanford Bridge che fa schifo e mi fa rimpiangere il caffè Borghetti sulle gradinate di cemento dell’Olimpico mentre il calore assiepa lo stadio insieme ad altre migliaia di persone non festanti ma incazzate. Incazzate come me oggi o come non ho mai voluto essere. Due colori, una fede e mille bandiere tutte uguali che passano e se ne vanno mentre quel giorno su Via Nomentana c’era una festa e molti di voi erano a casa a guardare Domenica In. Io no. Io c’ero ed ero da solo. Ero in motorino e guardavo le auto, gli scooter e gli anni dello sconforto passarmi accanto come ricordi che ho sempre nascosto. Avevo vinto e non capivo cosa stesse succedendo. Arrivo a Piazzale Flaminio e lascio lo Scarabeo al suo destino mentre vengo spinto a Piazza del Popolo (pioppo, non popolo) dove la mia Roma oscurava il cielo e vinceva.
Tutto finito. Quest’anno lo scudetto lo vince il Chelsea e spero di non lavorare a Fulham quel giorno.
N.P. Nulla.
0 Comments:
Post a Comment
<< Home