La borsa della spesa piú grande.
Ok, comprare casa non é mai stato facile ed ora afferro il perché.
La mia ricerca é iniziata ufficialmente questa settimana e giá mi trovo a dover “stringere il cerchio” delle probabili mie future mansioni, a dover decidere che offerta proporre per una, non dimenticando di tenere un occhio sull’altra che, di certo, non aspetta le mie decisioni per affibbiarsi a me o a un altro.
Tutto questo non mi spaventa ed un poco mi diverte. La burocrazia che sta intorno al Mercato immobiliare nel Regno Unito é qualcosa di meccanicamente perverso a partire dai credit scores (un punteggio assegnato alla “storia” del tuo credito in base a: debiti, overdrafts, puntualitá nei pagamenti…) per finire al dazio che si paga al proprietario della terra su cui poggia le sue fondamenta la casa che acquisti.
Giá perche in questo Paese c’e’ un certo retaggio medievale che fa di chi compra una casa un servo della gleba costretto a pagare un affitto al latifondista (o Signore, se preferite).
Una camera, una cucina ma manca del tutto il salotto. La doccia all’ingresso, il resto del bagno accanto alla cucina. Muri che cadono a pezzi ed un ragno che ti dice che lí non c’e’ umido e puo andare tranquillo avanti nel processo di acquisizione. Tutto conta e niente é importante. Un pó come nella vita ma senza l’assillo del mortgage (mutuo, of course) che in realtá ti costringe ad essere affittuario della tua stessa casa edificata su di un terreno che non t’appartiene.
Tutto bene fino al giorno in cui non busserá alla mia porta il “Padrone” e mi chiederá un tributo sotto forma di grano appena raccolto nel mio (suo) giardino.
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